Storytelling post emergenza
Storytelling marketing, potremmo dire una storia che viene da lontano. Ecco come e perché il marketing aziendale deve prendere in considerazione questa tecnica di comunicazione.
“Vi raccontiamo una storia. La nostra storia.”
In questo periodo molte aziende stanno attraversando una crisi senza precedenti.
Devono e dovranno prendere decisioni difficili, ma necessarie.
Sia nei confronti di chi ha stretto con loro un patto di collaborazione, come dipendenti e fornitori, sia nei confronti di chi usufruisce dei loro servizi o prodotti, i clienti.
E dopo?
Dovranno ripartire, chi da uno, chi addirittura da zero.
Dovranno riconquistare credito, fiducia e speranza.
Far innamorare nuovamente il mercato e, con esso, attrarre nuovi utenti e riavvicinare i precedenti.
Acquisire i follower, presentandosi sotto una nuova luce.
Cos’è lo storytelling marketing?
Ecco allora che bisogna utilizzare l’asso nella manica per eccellenza, lo storytelling marketing.
Lo storytelling (da “story” storia e “telling” raccontare) nasce nell’arte letteraria: è l’atto del narrare una storia.
Si crea la trama, la si narra, in modo che il pubblico possa immedesimarsi nello spirito dell’azienda.
I grandi brand – come Coca Cola, Apple, Nike – lo utilizzano da sempre.
Ne riconosco l’efficacia e, di conseguenza, esso rafforza l’immagine positiva che i follower hanno di loro.
Negli anni ’80, ad esempio, Barilla raccontava delle famiglie e delle loro quotidiane vicissitudini:
Tutti ci siamo innamorati di quell’adv e, ancora oggi, lo ricordiamo con affetto.
Alcune semplici regole
Come procedere, quindi?
Prima di tutto, la domanda fondamentale che dobbiamo porre è: dove voglio arrivare?
Chi voglio conquistare?
Cosa voglio che accada, nel momento in cui racconto della mia azienda, del mio prodotto, del mio servizio, di me?
Voglio aumentare la mia audience? Incrementare le vendite? Cementare la fiducia già esistente fra me e i miei clienti? Rinnovare il patto tra noi?
Per far sì che succeda quello a cui aspiriamo, dobbiamo rispettare alcune semplici regole.
Rispecchiamo il brand e la sua immagine
Coerenza e affidabilità, oltre che un ottimo prodotto o servizio, devono essere offerti al pubblico.
Loro devono sapere che ci siete e possono fidarsi di voi, perché ciò che mostrate è ciò che siete;
Trasmettiamo delle emozioni
Sono l’istinto, la pancia, il cuore a guidarci per primi.
Dopo viene la mente.
E il cuore chiede di emozionarsi, non di usare la logica.
Lo storytelling aiuta a esprimere queste emozioni;
Creiamo un legame
Fidelizzare il cliente, creando un legame forte, positivo, che perduri nel tempo;
Facciamo in modo che ci segue si immedesimi con noi
L’immedesimazione è un collante forte per far sì che le persone si innamorino di noi e riflettano sé stessi e i loro bisogni nei nostri prodotti.
Diventeremo così un nucleo importante della loro vita.
Accogliamo con familiarità
Siamo presenti? Accomodanti? Spiritosi? Propositivi? Dinamici?
Ogni caratteristica positiva, propria del marchio, crea inclusione e senso di aggregazione, perché è familiare al target a cui ci rivolgiamo;
Costruiamo un’aspettativa
Avete presente il classico “To be continued” di alcuni film?
Regaliamo al nostro pubblico l’attesa di qualcosa che sarà ancora migliore, la prossima volta.
Less is more
La semplicità paga, sempre;
Soprattutto, sorprendiamo chi crede in noi.
Creare uno storytelling aziendale coinvolgente
Viviamo in un mondo di storie.
Tutti ne possiamo raccontare una, nel modo migliore possibile.
Dividendo in più fasi il procedimento, si facilita il lavoro.
Prima di tutto, dobbiamo porci alcune domande fondamentali.
Qui intervengono quelle che vengono chiamate “le cinque W del giornalismo” (what, who, where, when, why).
- What: Cosa vogliamo raccontare?
- Who: Chi sono i protagonisti della storia?
(Es.: creando un advertising che coinvolga i nostri servizi o prodotti, chi è il/la protagonista)?
- Where: Dove si è sviluppata la storia (del prodotto o del servizio)?
- When: Quando è iniziata?
- Why: Perché è iniziata? Quali sono state le motivazioni che hanno spinto l’idea?
Nel momento in cui le risposte alle domande sono state messe “nero su bianco”, si procede alla seconda fase.
Creare il canovaccio della storia
Conosciamo il cuore dell’azienda, ora però dobbiamo portarla a un livello successivo, tessendo il filo che creerà la narrazione emotiva.
Gli archetipi utilizzati, in questi casi, sono quelli che provengono dalle fiabe, scelti e mescolati in modo da costruire una storia armoniosa.
L’eroe o l’eroina, l’avventura, la chiamata, la fine, la morale; questi i modelli che compongono gli storytelling marketing più avvincenti che conosciamo.
- Eroi ed eroine: di solito una o più persone che hanno un’idea o un’aspirazione e vorrebbero viverla, mettendola in pratica. Di solito non sanno in che modo poterla vivere;
- La quotidianità: il protagonista vive la sua quotidianità in modo noioso, o tranquillo, senza scossoni;
- L’avventura: ecco che qualcuno o qualcosa propone al protagonista di partire per l’avventura della sua vita. Oppure propone un cambio di rotta;
- Il tentennamento (anche momentaneo) davanti alla nuova condizione;
- L’accettazione dell’offerta;
- La premiazione: con l’accettazione, arriva anche il premio, che può essere il successo, o l’appagamento mentale ed emotivo;
- La scena finale: il protagonista sorride, è contento e condivide la sua vittoria o il suo benessere con gli altri, o con sé stesso;
- La morale: scegliere di accettare una novità o una sfida, porterà a una maggiore soddisfazione e felicità, sia verso noi stessi, che verso la nostra comunità. Quindi, il prodotto o il servizio che offriamo, soddisfa questa condizione di benessere.
Un esempio pratico
A tal proposito, un esempio di pubblicità che racchiude sia le domande di cui si parlava prima, sia la costruzione della storia:
La volpe protagonista (who) si aggira da sola in città (where), notando l’assenza degli esseri umani, da quando è iniziata l’epidemia (when), grazie alla quale può liberamente muoversi (why).
Si accorge della presenza di uno di loro che sta riempiendo il camion di scatole contenenti delle mascherine (what) e una di queste scivola a terra, senza che l’uomo se ne renda conto.
La volpe, dopo un attimo di tentennamento, decide di raccoglierla, correndo dietro al mezzo.
Riesce a raggiungere il posto, dove l’operatore, sorpreso, prende l’oggetto che la volpe gli porge e, sorridendo, la accarezza, per ringraziarla del suo aiuto.
La morale è esplicita: un gesto nobile da parte della volpe – che, in questo caso, rappresenta l’azienda Foxy – il quale viene colto dall’operatore, collaboratore dell’Unicef, organizzazione dedita ad aiutare i bambini in difficoltà in tutto il mondo.
Qui, i parametri emotivi sono alti e ben equilibrati e l’identificazione verso quel tipo di comportamento ha dei risvolti e riscontri positivi.
6. Scelte e possibilità
Sappiamo quindi che possiamo scrivere il nostro racconto in vari modi: attraverso i video, le immagini, il copy.
Decidere quale sia la maniera migliore per descriverci è fondamentale.
Gli strumenti possono essere molteplici, i vantaggi anche.
E lo storytelling marketing dona quella marcia in più, che ci porta in prima fila, non come spettatori, ma come attori.
Comunicando ciò che siamo con onestà, trasparenza e creatività, riusciremo ad affrontare al meglio qualsiasi sfida incontreremo sulla nostra strada professionale.
Ogni azienda ha la sua storia da raccontare.
La tua qual è?