COVID-19 e imprese italiane, uno sguardo al presente e al futuro

Lo smart working imposto dal COvid-19 pone le imprese italiane difronte a un cambiamento che deve essere sostenuto da adeguate infrastrutture informatiche e formazione dei collaboratori.

Introduzione

Più della metà delle imprese italiane dichiara un impatto dell’emergenza COVID-19 sulla propria attività. In questo periodo sono emerse alcune criticità e fragilità del nostro sistema di imprenditoriale, soprattutto per le piccole e medie imprese.

L’umanità, dopo aver vissuto l’epidemia della spagnola, avvenuta tra il 1918 e il 1920, quindi più di cento anni fa, pensava di aver assistito a qualcosa che le avrebbe permesso di abituarsi a ciò che poteva risultare eccezionale.

Non aveva tenuto conto che, con la globalizzazione, un’altra epidemia o pandemia avrebbe potuto prendere il posto e surclassare la spagnola.

Ed ecco che è successo: il Covid-19, un ceppo virale energico e pervicace è arrivato nelle nostre vite, irrompendo con la forza di un uragano.

Ha cambiato le nostre esistenze, nel modo più potente mai visto: emarginandoci.

Come per colpa della peste secoli fa, siamo costretti entro quattro mura, senza poter uscire, comunicare vis à vis, sfiorare il corpo altrui, con un abbraccio, una carezza, un bacio.

In quest’epoca iperconnessa, siamo soli.

Emotivamente, la solitudine imposta è necessaria e dolorosa allo stesso tempo.

Ed economicamente? Cosa succede e succederà nel mondo?

Diamo uno sguardo all’economia italiana, in questo momento ferma, arrivando ad ampliarlo fino a pensare a ciò che avverrà in futuro.

Imprese italiane: problematiche attuali

Le aziende italiane, attualmente, versano in una crisi profonda.

Complice le problematiche degli ultimi anni, la diffusione della malattia ha contribuito a peggiorare la situazione di strutture già in difficoltà.

Confindustria ha avviato un’indagine tramite un questionario online per ascoltare le imprese italiane (associate e non). L’elevato grado di preoccupazione ha fatto sì che la partecipazione all’indagine sia stata molto elevata: hanno risposto oltre 6.000 imprese, 4.000 quelle tenute in considerazione in termini reali.

Il 67% dei rispondenti ha registrato un impatto sulla propria attività; la percezione è stata più alta della media in Lombardia e Veneto, dove si è attestata intorno al 71%.

L’impatto è risultato pervasivo per le attività di alloggio e ristorazione, dove il 99% dei rispondenti ha segnalato di aver subito effetti negativi, nonché per tutte le attività legate ai servizi di trasporto.

Per la manifattura, il 62% delle imprese italiane intervistate ravvisa degli effetti negativi, con problemi più evidenti per il settore dell’abbigliamento e della lavorazione dei pellami dove la percentuale arriva al 76%, oltre che per il settore dei mobili e dell’arredo (dove lo stesso avviene per il 71% degli intervistati).

(Fonte Confindustria del 13 Marzo 2020)

Come è potuto accadere tutto questo? Quali sono stati i problemi che hanno causato – e che in molti casi causeranno – la chiusura di tante PMI?

Cause scatenanti

Come professionista, ho potuto notare, negli anni, questioni legate a due diversi fronti: il settore umano e il settore tecnologico.

La rete internet

Ookla, famosa nel mondo grazie al suo Speedtest (che verifica la connessione a Internet), sta monitorando le zone colpite dall’emergenza coronavirus, compresa l’Italia.

La situazione qui, come nel resto del mondo, è in fase di rallentamento.

Marketing e Marketing aziendale e comunicazione d'impresa per PMI
Fonte Ookla con aggiornamento al 24 Marzo 2020

Le infrastrutture non reggono l’onda d’urto data da Smart e Remote working, telefonate continue, servizi di streaming spinti al massimo.

Complice anche il mancato rinnovamento delle suddette, da parte dei gestori telefonici presenti sul territorio (Telecom in primis).

Poca o nulla formazione dei collaboratori

Per molti lavoratori il passare nottetempo dal lavoro d’ufficio a quello remoto è stato difficile, mentre per altri adeguarsi a questa forma di lavoro è stato quasi impossibile. Molti dipendenti non hanno nella propria abitazione, le strutture informatiche idonee per lavorare agilmente in Smart working.

C’è molto spesso anche una mancanza di competenza e conoscenza di strumenti di collaborazione online.

Ciò che le implicazioni del COVID-19 ha messo in luce è, quindi, l’assenza di piani di formazione digitale e di una certa abitudine al lavoro smart e agile costruita nel tempo. E questo è uno dei motivi per cui molti collaboratori non sanno neanche cosa siano Teamviewer o Zoom.

Purtroppo ancora oggi molte realtà imprenditoriali basano la propria relazione con i dipendenti sul controllo delle proprie maestranze piuttosto che su un patto di fiducia reciproca.

Utilizzo e implementazione dell’online

Per la prima volta, siamo stati costretti a ricorrere agli e-commerce.

Aziende e utenti hanno riscontrato enormi difficoltà, le prime a causa della mancanza di sviluppo dei siti appositi, i secondi per mancanza di abitudine agli acquisti tramite le piattaforme web.

Chiusura delle piccole e medie attività

Nonostante l’evoluzione della cultura aziendale di molte imprese italiane, ancora troppo spesso la forma mentis del piccolo e medio imprenditore si fonda su questi assiomi: mancanza di strategia imprenditoriale, investimenti economici nulli, sviluppo aziendale non pervenuto e strategie marketing fondate sul concetto del breve termine.

Laddove l’imprenditoria non ha saputo gettare le basi di un profondo cambiamento si trova oggi a riscuotere un amaro tributo. Al quale, in molti casi, va associato, l’incapacità di creare collaborazioni, sia da parte dei dipendenti, che degli imprenditori.

Cosa succederà?

Cosa succederà, dunque, quando il ciclo economico riprenderà il suo corso? Gli scenari negativi possibili sono:

  • chiusure delle imprese italiane, soprattutto nei segmenti micro e piccolo;
  • criticità scoperte in ambito IT e infrastrutturale;
  • reazioni lente e probabilmente sconsiderate, nel breve e medio periodo, dettate dal panico.

Soluzioni consigliate

Uscirne si può, a patto di comprendere che un cambio netto non solo è necessario, bensì obbligato. Le soluzioni sono molteplici e devono essere ponderate attentamente:

  • Sviluppo e investimenti finanziari: bisogna iniziare a pensare alla propria azienda come una pianta da coltivare. Se arricchiamo la sua terra in modo costante, essa crescerà rigogliosa
  • Collaborazioni tra aziende e dipendenti: creare il proprio networking, ascoltare i collaboratori, cooperare con altre aziende. Tutto questo serve a rendere più solida la propria rete professionale. L’empatia e l’ascolto, come abbiamo visto, stanno divenendo due requisiti fondamentali.
  • Utilizzare remote e smart working: stabilire una serie di accordi, basati sulla fiducia, con i propri collaboratori, affinché loro e l’azienda crescano in modo positivo.
  • Infrastrutture IT interne: con soluzioni ottimali pensate appositamente per l’azienda. Non tutti hanno bisogno di venti Server nel proprio organico, però sicurezza e Disaster recovery sono fortemente consigliate.
  • Collaborazione con esperti del settore.

Comunicazione, marketing, digital, IT e gestione delle crisi

Sono aspetti fondamentali che non possono essere confinati ad attività estemporanee, magari affidate a un collaboratore che si occupa di tutt’altro. Per molte imprese italiane è il momento di prendere atto che non tutto può essere “fatto in casa” e laddove le competenze interne non ci sono, occorre affidarsi a partner esterni di comprovata competenza nelle proprie aree di specializzazione.

L’esperienza attuale ci dimostra che la reazione a catena, ci può colpire in ogni momento e quindi occorre pensare preventivamente a:

  • Sviluppo della parte online: non eravamo abituati a pensare di cliccare su un sito per tenere una lezione o comprare un chilo di pane. Adesso dovremo acquisire anche questa consuetudine, studiandola a fondo, per utilizzare al meglio gli strumenti proposti.
  • La mentalità imprenditoriale: laddove questo non si a già accaduto, necessita di un profondo cambiamento. Conoscenza e voglia di crescere dovranno accompagnare l’imprenditoria del futuro.

L’uomo è un animale senziente, sociale, adattivo.

Questa pandemia, che ci ha colpito nel profondo, può essere il trampolino di lancio di un nuovo inizio nazionale e globale.

Voi cosa ne pensate? Quale mentalità dovrà essere sviluppata e implementata?

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