Cambiare lavoro a 40 anni
Quante volte hai pensato di cambiare lavoro? Sei lì davanti al tuo computer con lo sguardo perso tra le righe a ripetere la stessa azione per più di un minuto. Ti domandi cosa ci fai ancora lì. Tra smart working e ferie arretrate, permessi che invecchiano e una gestione del tempo confusa. Non ti senti più a tuo agio in attesa di un futuro incerto.
E vogliamo parlare di soddisfazione? Ultimamente ti senti sempre allo stesso punto. Nessuna evoluzione e un ruolo che non ti senti più del tutto.
Il lavoro è cambiato. Cambiati sono i rapporti tra colleghi e anche l’organizzazione. Per anni hai sperato di scalare posizioni e di veder riconosciuto quel corso che hai frequentato. E invece, sei sempre lì.
E se ricominciassi da te?
Voglio cambiare lavoro a 40 anni
Per cambiare lavoro a 40 anni, è importante cambiare atteggiamento mentale. Smettere di vedere il lavoro come fosse qualcosa che cade dall’alto e aprire la mente a un nuovo approccio: il lavoro come opportunità di crescita.
Del resto abbiamo compreso che il lavoro è liquidi e ibrido. Non è più un luogo fisico ma è piuttosto una competenza. Faccio mia una bellissima espressione di Austin Kleon, tratta dal libro Tieni Duro edito da Vallardi:
“Lascia perdere ciò che stai cercando di essere (il sostantivo) e concentrati sul lavoro che devi fare (il verbo)”.
Come a dire se prendi i titoli professionali troppo sul serio, rimarrai legato e restringerai il campo di ciò che puoi realmente fare.
Il primo passaggio importante allora è guardarsi dentro e mettersi in ascolto:
- ti senti valorizzato per le tue competenze?
- ti soddisfa la tua posizione?
- cosa è più importante per te: il posto fisso o la libertà di continuare a crescere?
Cosa dicono i dati
Secondo i dati riportati dal Randstad Workmonitor dedicato all’impatto del Covid19 sul mercato del lavoro, la paura di perdere il lavoro cresce negli italiani del 7%. Solo il 9% si mette attivamente alla ricerca di un nuovo posto. Il primo obiettivo resta proteggere lo stipendio, ma il 74% dei dipendenti sogna orari e luogo di lavoro più flessibili.
Ma c’è di più: il 29% degli intervistati pur di conservare il proprio posto sarebbe disposto ad accettare qualche compromesso, come una riassegnazione di ruolo in azienda. Il 21% cede alla cassa integrazione o a una riduzione di orario. Il 17% è disposto a fare più ore con la stessa retribuzione e per il 15% va bene anche perdere i benefit.
L’8% arriva ad accettare il taglio dello stipendio pur di conservare la fatidica stabilità.
Cambiare lavoro a 40 anni è possibile
Se sei arrivato fin qui, l’argomento suscita il tuo interesse e ti ritrovi in almeno una delle condizioni sopra descritte. Allora vorrei rassicurarti, con tutte le “pinze” del caso: pensare a un nuovo lavoro a 40 anni è un’esperienza condivisa e perfino percorribile, se impari prima a conoscere come lavori e prepari una exit strategy.
Ed è qui dove posso aiutarti. Sono freelance dal 2012, quando ho deciso che avrei potuto investire parte del mio tfr per reskillarmi e tornare a competere sul mercato sotto un cappello diverso: il mio.
Del resto per cambiare lavoro a 40 anni, se non hai subito a portata la proposta di un’altra azienda, meglio che ti predisponi al cambiamento, perché sei percepito come troppo professionalizzato e quindi ad alto costo rispetto a risorse più fresche, meno costose e ancora forgiabili per una rinnovata organizzazione aziendale dopo la rivoluzione digitale.
Ecco cosa ti propongo. Cosa ne diresti di cominciare a valutare le tue competenze, scoprire i tuoi valori, affinare il tuo perché e prepararti a ripartire, anche da 0, con una presenza online a tua misura?
Ci tengo a dirlo, perché noi nativi analogici, mal sopportiamo il tutto online degli ultimi tempi. Abbiamo bisogno di relazioni, di contatto, di capire con i nostri tempi, prima di lasciare al web i nostri pensieri, fossero anche quelli dedicati alla nostra professione.
Come cambiare lavoro a 40 anni?
Ti giro la domanda e anzi ti invito a compilare questo breve quiz, dedicandomi 3 minuti del tuo tempo. Sono freelance e conosco bene il valore del tempo.
Per questo non mi sono concessa lungaggini inutili. Vorrei conoscerti meglio e capire sinceramente come posso esserti maggiormente d’aiuto.
Ho già incontrato manager che hanno trovato conforto in un percorso fatto su misura, che rispetta i loro tempi di apprendimento e le modalità di frequenza adattate alle loro giornate, con incontri uno a uno, su un periodo di 2 mesi.
Perché due mesi? Siamo onesti: il nostro cervello ha bisogno di almeno 21 giorni per accogliere un nuovo comportamento e renderlo una sana abitudine. E per alcuni, senza avere uno schema entro il quale muoversi, la motivazione tende a calare e i risultati si allontanano.
Al contrario, come sono riuscita a cambiare io, voglio accompagnarti in un percorso ibrido, on e off line, in cui mostrarti come fare e darti il tempo, subito, di sperimentare.
Così potrai prepararti a gestire il cambiare lavoro 40 anni con consapevolezza e qualche certezza in più.
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E se preferisci ascoltare, il mio podcast si chiama News per Freelance. Utile anche per chi vuole semplicemente acquisire la capacità di rimanere nel proprio ruolo con maggiore motivazione.