La difficoltà attende la tua soluzione
Spesso è davvero difficile portare avanti le proprie idee. Altrettanto spesso è il modo in cui le presentiamo a creare difficoltà. Cosa ci può insegnare una vecchia rompighiaccio che solca le gelide acque del mar Baltico in inverno? Ecco la seconda storia estiva con i quattro suggerimenti a fine racconto.
La banchisa qui, nel Golfo di Bothnia, braccio più a nord del mar Baltico incuneato fra Svezia e Finlandia, è spessa.
“Quest’anno non molto” ci dice il capitano mentre lasciamo gli ormeggi a Kemi, cittadina della Lapponia finlandese affacciata sul golfo.
“Siamo sui cinquanta centimetri. La Sampo può rompere fino a un metro e venti di spessore!”
Lo dice con orgoglio, guardando davanti a sé la distesa infinita di ghiaccio verso cui stiamo puntando senza esitazione.
Siamo a bordo della Sampo la nave rompighiaccio ormai di vocazione turistica dopo cinquant’anni di servizio in queste acque. Saranno anche “solo” cinquanta centimetri ma lì fuori ci sono 117 mila chilometri quadrati di ghiaccio da fare a pezzi se ci vogliamo passare attraverso.
Il ghiaccio non si affronta di petto
Che abbia propulsori nucleari come le rompighiaccio russe, o a diesel come la buona vecchia Sampo, il ghiaccio non si affronta di petto. Nè le cinquemila tonnellate della nostra rompighiaccio, né le diecimila delle sue sorelle più grandi basterebbero se si puntasse direttamente alla banchisa pensando di tagliarla come con una lama affilata.
No, per rompere il ghiaccio bisogna sfruttare le proprie capacità.
Bisogna far forza con il poco che si possiede, la nave, contro il molto che ostacola, la banchisa.
E allora la Sampo, come tutte le rompighiaccio, sfrutta i propri motori e la forma della chiglia per salire sul ghiaccio e poi sfrutta la potenza del proprio peso per spezzarlo.
E così il ghiaccio si frantuma in enormi lastre appuntite da cui l’acqua, finalmente liberata, sprizza e spuma. Sarà per poco. Dopo il nostro passaggio le lastre si rinsalderanno e formare una nuova distesa ghiacciata attraversata da profonde cicatrici.
Non si assiste alla rottura del ghiaccio restando al calduccio davanti al caminetto
“Ecco sentite questo rumore?” ci dice il capitano “Abbiamo iniziato a rompere il ghiaccio.”
Lì fuori, sul ponte, la temperatura è di -24 °C, se non bastasse questo, spira un vento che se salti sul posto ti sposta qualche centimetro più in là. Berta, la nostra reflex, ha qualche difficoltà. Dopo un quarto d’ora le batterie hanno bisogno del calduccio per ricaricarsi.
Ma noi abbiamo tutto doppio. Doppie batterie, doppio berretto, doppio maglione, doppi pantaloni, doppi guanti.
Solo gli occhi sono scoperti. Ma è tutto ciò che ci serve.
Il nulla non è vuoto
Cos’altro aspettarsi da questo biancore ghiacciato battuto dal vento? E’ solo l’una del pomeriggio ma qui il tramonto già anticipa la notte. Il sole basso all’orizzonte allunga le ombre degli spuntoni di ghiaccio formatisi dal continuo spaccarsi e rinsaldarsi del pack.
Ed è ora, immersi in questo nulla, che la Sampo si ferma.
I suoi uomini scendono sul pack e liberano una “pozza” ai piedi della rompighiaccio.
Dobbiamo immergerci. Il nulla della banchisa artica ci offre una nuova esperienza. Ci infiliamo nelle floating suite, senza la quali moriremo in pochi minuti, e ci caliamo nella pozza.
E così come in superficie eravamo impacciati nelle nostre tute rosse, siamo ora felici di galleggiare leggeri nelle gelide acque del mar Baltico.
Cosa insegna la banchisa polare?
La difficoltà attende solo la tua soluzione
Sei un solitario marketer B2B con poche risorse, circondato da gente che si crede più esperta di te. Non puoi fare quello che vorresti. E resti fermo. E fai sempre le solite cose. A sera non sei per niente soddisfatto. Hai mai pensato che la difficoltà che incontri nel portare avanti i tuoi progetti in azienda, sia solo impaziente di incontrare la tua soluzione?
Il ghiaccio non si affronta di petto
Il tuo capo ha cassato il tuo progetto? Quell’attività a cui tieni non riesci a farla entrare nel budget del prossimo anno? Non affrontare i “no” a muso duro. Chiediti se l’hai presentato in modo chiaro, se hai evidenziato i benefici, se lo hai inserito nella strategia e negli obiettivi della tua azienda. E poi, ritenta.
Non si assiste alla rottura del ghiaccio restando al calduccio davanti al caminetto
Perché il tuo boss dovrebbe dirti di sì appena gli proponi un’idea? Sì, lo so, hai tutto chiaro nella tua testa. Ma è alla testa del tuo capo che devi parlare. Tu ci hai pensato e ripensato per giorni se non settimane, lui no.
Non fare affidamento sulla comfort zone di ciò che sai.
Scomponi tutti gli elementi che per te sono già chiari e ricomponili tenendo conto del tuo interlocutore.
Il nulla non è il vuoto
Anche dove sembra esserci il nulla si può trovare qualcosa. Forse non sarà quello che ti aspettavi, ma non arrenderti solo perché pensi di avere pochi mezzi.
Il tuo obiettivo primario è tornare a casa soddisfatto per ciò che hai fatto. Fai ciò che serve perché sia così.