Quando a raschiare il fondo si trova un tesoro

Capita di sentirsi tirati per la giacca, capita di non sentirsi valorizzati, capita di essere superati da chi è meno preparato di te e non ha competenza in comunicazione, capita di non riuscire mai a portare avanti le proprie idee. Capita, appunto. A fine racconto alcuni spunti per marketer B2B.

A fine racconto alcuni spunti per te marketer B2B.

—————————————————————–

L’Islanda è una terra giovane di lava e ghiacci, una terra contesa fra la faglia euroasiatica e quella nordamericana, visibile a Þingvellir, che si allontano di due centimetri l’anno spaccando l’isola a metà.

E’ terra di cieli bassi, paesaggi rigogliosi e di cascate impetuose come a Dettifoss.
Terra nera e fumante del Krafla e Leirhnjúkur, di fonti geotermiche come la Blue Lagoon e di Geyser che da qui prendono il nome.

E’ terra che blocca il mondo come nel 2010 con l’eruzione dell’Eyjafjallajökull.
Ma è anche terra di ghiacciai, Iceland appunto, come il Jökulsárlón e di calotte glaciali come sul Vatnajökull.

Terra di luoghi dimenticati al confine della realtà come Djúpavík.

Terra dell’Alþing il primo parlamento del mondo ma anche di saghe, leggende, troll e di elfi. Ai quali nessuno crede ma, nel dubbio, si modifica il tracciato di una nuova strada per proteggere le case del piccolo popolo.

E poi foche, balene, aringhe, pulcinella di mare, renne e sterne artiche che puntano a beccarti il cranio.

L’Islanda è quel posto in cui la polizia si chiama Lögreglan ma se non riesci a dirlo poco importa, tanto non ne avrai bisogno.

Ma tutto questo lo sapevi già.

Oggi l’Islanda è anche l’unico luogo al mondo dove scendi nelle viscere di un vulcano e trovi un tesoro.

E questo, forse, non lo sai ancora.

Il viaggio al centro della terra, una questione di messaggio

Non stupisce che Jules Verne abbia collocato qui l’ingresso per il suo Viaggio nel centro della terra.

“Discendi nel cratere dello Yokull di Sneffels che l’ombra dello Scartaris viene a lambire prima delle calende di luglio, viaggiatore ardito, e perverrai al centro della Terra. Ecco quello che io feci, Arne Saknussemm.”

Ma che di lì si scendesse al centro della terra non fu un’informazione a portata di mano. Il collerico professor Lidenbrock dovette pazientemente decifrare il messaggio nascosto all’interno di un’antica iscrizione runica.

Oggi Snæfellsjökull è un parco nazionale nella penisola omonima dalle imponenti scogliere di basalto.

Per iniziare il nostro viaggio verso il centro della terra dobbiamo spostarci più a sud a una trentina di chilometri da Reykjavík.

Un’isola strattonata da due continenti

Per arrivare alla bocca del vulcano Þríhnúkagígur ( Thrihnukagigur in inglese) bisogna farsi una scarpinata di cinquanta minuti attraverso il campo lavico alla base del vulcano.

Oh be’, non è che ci sei costretto. Se non hai voglia di camminare per settecento euro, o giù di lì, puoi volare in elicottero direttamente al campo base.

Lungo il facile cammino nel piatto campo lavico un ponticello fatto alla bell’e meglio ci fa attraversare una profonda fenditura. Non è un caso raro, qui in Islanda, imbattersi in queste ampie spaccature.

Quest’isola è contesa fra la placca Euroasiatica e quelle Nordamericana. Le placche si allontanano e l’Islanda si spacca. Idealmente è come saltellare da un continente all’altro senza bisogno di passaporto.

marketing b2b islanda

Mai arrendersi alla prima delusione

Sì fu molto deluso Árni B. Stefánsson quando nell’estate del 1974 – dopo aver calcolato una profondità approssimativa di 100 metri e aver preso in prestito una corda – per primo si calò nella bocca del vulcano.

Per uno come lui un vulcano senza tappo era già qualcosa di molto strano. Dov’era finito il magma che di solito si trova nella camera magmatica alla fine di una eruzione?
Ci aveva pensato per tutto l’inverno precedente immaginando le stalattiti, stalagmiti e le altre stupende strutture che sicuramente vi avrebbe trovato e che avrebbe visto per primo.

E invece si trovò all’interno di “un immenso, spoglio, buco.”

Negli anni novanta con una seconda spedizione Árni scoprì cosa realmente nascondeva il buco del Þríhnúkagígur.

Cos’era cambiato? La luce.

Nella prima spedizione la lampada del suo casco non gli permise di vedere le spettacolari pareti che formavano la camera magmatica. La spedizione successiva dotata di migliori condizioni di luce svelò l’unicità di questo luogo.

La vertigine della mancanza di riferimenti

Siamo imbragati, indossiamo il caschetto con la lampada, ci siamo anche riscaldati al campo base con della zuppa islandese. Sappiamo che ci è severamente vietato portare via anche il più minuscolo dei sassolini che troveremo giù. Siamo pronti.

Affrontiamo l’ultimo tratto in salita che ci porta alla bocca del Thrihnukagigur e ci facciamo ancorare alla struttura. E’ una piattaforma simile a quelle usate per lavare i vetri sui grattacieli.

Con uno scossone si mette lentamente in movimento. Nella stretta imboccatura ci passa, giusta, giusta, gratta sulle pareti laterali mentre ci inoltriamo nel buio del cratere e la luce azzurra si allontana da noi.

marketing b2b islanda

Appena superato lo stretto budello iniziale la caverna si apre in un vasto buio. Centoventi metri più sotto punti luminosi macchiano l’oscurità come un cielo stellato sottosopra.

Cinque minuti dopo mettiamo piede nella camera magmatica del dormiente Þríhnúkagígur.
Il vulcano, infatti, non è spento. Dorme da quattromila anni e nelle sue viscere più profonde, sì proprio qui sotto i nostri piedi, il magma pulsa e ribolle in attesa della prossima eruzione.

Abbiamo quarantacinque minuti per scoprire queste rocce colorate dai diversi metalli che si sono disciolti nell’eruzione. E’ come se un pittore svogliato abbia lanciato schizzi di giallo, rosso, verde, marrone tutto intorno a sé, così a caso. Come viene viene.

Siamo immersi in uno spettacolo unico al mondo. Quando in un vulcano la lava si raffredda di norma crea un tappo che ne occlude l’ingresso. Nel Þríhnúkagígur no. Qui, per motivi ancora sconosciuti, il magma si è ritirato in profondità lasciando libera la camera magmatica.

Ci aggiriamo guardandoci intorno stupefatti e dopo qualche minuto ci accorgiamo di essere presi da una leggera, costante, sensazione di vertigine. Qui sotto mancano tutti i punti di riferimento. L’alto e il basso sono uguali, le distanze impossibili da quantificare, il nostro cervello fa fatica a capacitarsi.

marketing b2b islanda

Siamo centoventimetri dentro la terra, non ci sono uscite di sicurezza, non ci sono vie di fuga, solo quel trabiccolo che ci mette cinque minuti per tornare su.

Un’eternità se dovesse succedere qualcosa.

Ma qui non ci pensi, pensi solo che in questo viaggio hai fatto il primo tratto dei seimilatrecentosettantotto chilometri che ti dividono dal centro della terra.

Cosa insegna il vulcano ?

Il viaggio al centro della terra, una questione di messaggio

Il tuo lavoro di marketer B2B è tutta una questione di messaggio. E la tua azienda deve comunicare senza inviare messaggi contrastanti. Eppure accade che la tua campagna porti avanti una certa proposta già concordata e tu scopra che il direttore delle vendite indirizza i suoi verso tutt’altra linea.

Lo so, accade.

E sbotti, “Qui tutti se ne fregano”.

Ricorda, è naturale che ciascuno pensi al proprio ambito, abbiamo tutti mille problemi e cose da fare. Sei tu che devi tenere vivi gli accordi presi, collaborare con la forza vendite e tenerla aggiornata sulle attività e sul perché le state facendo.

Un’isola strattonata da due continenti

Anche tu ti senti strattonato a destra e a manca. Si sentono tutti esperti di comunicazione e ti dicono bisogna far questo, bisogna far quello, dobbiamo far così, dobbiamo andare di là, ecco guarda cosa fanno gli altri. Gli altri sì che sono digital.

E’ così, sarà sempre così.

Ma se hai un chiaro piano di comunicazione, se hai degli obiettivi che vuoi raggiungere, uscirai sempre indenne da questi strattonamenti.

Ascoltali. Ascoltali tutti, ascoltare è parte del tuo lavoro, se c’è qualcosa che ti sembra utile tienilo. Per il resto vai avanti con il tuo piano.

Mai arrendersi alla prima delusione

“Avevo una bella idea ma me l’hanno bocciata.”

Nulla si inventa, nulla si crea improvvisando. In musica, sì, esiste il concetto di improvvisazione ma è una pratica a cui si arriva alla fine del proprio percorso di formazione.

Se hai un’idea non è detto che sia buona. Se è buona deve convincere prima di tutti te stesso. Lasciala lavorare dentro di te, poi comincia a descriverla nero su bianco.

Se ha la forza di restare in piedi sulle proprie gambe allora comincia a sviluppare un progetto per attuarla.

Presentala. Bocciata? Aspetta, aggiusta, riproponila ma arrendersi proprio mai.

La vertigine della mancanza di riferimenti

Non si fa comunicazione. Si compie un viaggio all’interno dei contenuti e dei concetti, acquisiti o inediti, riconoscibili dal mercato a cui ti rivolgi.

Li devi decifrare, rielaborare, dargli nuova vita.

Si perché quei concetti sono uguali per tutti ma il tuo progetto di comunicazione è lì per rendere unico e distinguibile il modo in cui la tua azienda ne parla.

Per far questo devi spingerti in ambiti nuovi anche per te.

Ma sai una cosa? Quella vertigine che ti prende quando ti muovi senza riferimenti e apri nuove vie è la vera adrenalina del marketer B2B.

Se vuoi qui trovi la descrizione del viaggio in Islanda.

Vuoi votare questo articolo?
[( 0 ) 0 su 5]
Altro di tuo interesse...
Scrivi un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.