Parole chiave: ne usi una sola?

Parole chiave, la loro importanza per il successo del sito web aziendale diventa sempre più fondamentale. Ecco perché parole chiave costituite da un singolo termine sono da evitare.

Parole chiave, forse più croce che delizia. Quante pagine del sito aziendale sono indicizzate con una singola parola? Potresti pensare che il tuo ambito di riferimento sia così tecnico da non lasciare spazio a malintesi. Eppure…

Ma non è questo il problema. Il fatto di cui tenere conto è che l’indicizzazione delle parole chiave sta sempre più andando verso quello che viene considerato un “linguaggi naturale”, più idoneo a una ricerca vocale ovvero la Voice Search o anche Vocal search.

Ma non pensare solo al cellulare. La diffusione degli assistenti vocali coinvolgerà, più prima che poi, anche il mondo business.

Gabriele Goldoni, consulente SEO, nel suo modo frizzante ci spiega perché non dovremmo usare le parole chiave composte da un unico termine.

Per leggere il precedente articolo di Gabriele Goldoni clicca su:
SEO: significato spiegato con una metafora

Seo per parole chiave di un solo termine? Ecco perché no !

Non so a quanti altri SEO sia mai capitato di dover spiegare a qualcuno (cliente o no) il perché non ha senso cercare di indicizzare una keyword composta da un solo termine.
A me molte volte. Di seguito spiego come la risolvevo io.

Una parola tanti significati

Nel vocabolario italiano esistono molte parole “polisematiche”. Poli-cheee ?
Ovvero quelle parole che hanno più significati di senso compiuto, e che hanno bisogno del contesto per essere comprese. Meglio adesso?

Esempio: la parola “piano” ha diversi significati:

  • Piano inteso come privo di asperità: “sei in piano, puoi andare più veloce!”
  • Piano inclinato: geometria
  • Piano abbreviazione di pianoforte: “Jessica è quella al piano”
  • Piano dell’eclittica: astronomia
  • Piano diabolico, industriale , Piano Marshall…
  • Come aggettivo: “Vai piano, eh!”
  • Gergale: “Vacci piano, pestalo, ma lascialo cosciente!”

Significati diversi per un… accento

Le parole cambiano significato anche in funzione di dove cade l’accento fonetico (quello non scritto):

  • Pesca: è un frutto e uno sport – Pèsca il frutto, Pésca lo sport.
  • Grandina: “Giovanni corri ! Porta la macchina in garage: gràndina!”
    “Dio Sara! Quanto sei cresciuta ! Sei proprio grandìna!”

Parole con significati perduti

Infine ci sono anche parole che avevano più significati, ma il progresso, gliene ha tolto uno: ad esempio pizza.
Penso sia chiaro che il significato principe sia quello dell’alimento, ma i meno giovani ricorderanno che la pellicola cinematografica avvolta sul rocchetto veniva chiamata appunto pizza !

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Una pizza cinematografica- Wikipedia Runner 1616

E come se non bastasse, arriva la ricerca vocale

Però a complicare le cose ci si è messa la ricerca vocale!
Eh sì, perché se io dettassi al mio smartphone il termine: ”Piano” (con la maiuscola), perché mi interessa la biografia di Renzo Piano, quali risultati avrò dato che a voce non posso distinguere una termine maiuscolo a uno minuscolo?

Ma ci sono anche i false friends

Ed infine ci sono i false friends linguistici ! (Tombola !)

Se io non avessi impostato una lingua sul mio smartphone (cosa pressoché impossibile) e dettassi: “coriandoli” cosa cercherebbe il motore di ricerca?

Il Carnevale o i Confetti?
Sì, perché in inglese confetti indica i coriandoli italiani!

E chissà quali e quanti altri esempi con lo Spagnolo o il Portoghese!

Un po’ di humor

Aspetto ludico/goliardico: riporto l’esperimento di Seo Gardening, noto blog di SEO che scrisse un articolo per indicizzare il termine “SEO Copriwater” .
Immagino abbiate letto SEO Copywriter, e invece no, l’autore ha scritto un divertente post sulla SEO “Copriwater”, e qui i termini sono pure 2!

Morale: le keyword generiche (non di brand) vanno contestualizzate grazie ad altri termini !
Ancor di più oggi che la ricerca vocale premia le long tail keywords!

Parole chiave lunghe… risultati mirati

A conclusione dell’articolo di Gabriele Goldoni ti invito a riflettere su un aspetto, appunto chiave, con un esempio più vicino al marketing industriale. Immagina un direttore tecnico che stia preparando un progetto per l’introduzione della robotica nel suo processo produttivo.

Imposterà la ricerca a seconda del suo livello di conoscenza. Difficilmente userà il singolo termine Robot, perché troppo generico per un tecnico. Inizierà, molto probabilmente con robot industriali o robot collaborativi. Se però ha già una conoscenza specifica su ciò che gli serve andrà dritto al punto. Prova a confrontare i diversi risultati di ricerca inserendo i seguenti termini:

  1. robot
  2. robot collaborativo
  3. robot collaborativo payload 7 kg

Vedrai come, più lunga è la parola chiave, più pertinenti sono i risultati. E se la tua azienda vende robot collaborativi tra cui quelli con payload di 7 kg è qui che vorrà essere trovata, nelle prime posizioni e non nelle pagina generica dei robot fra i cartoni animati e i robot di cucina.

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